EVIGNO
di Giovanni Abbo
L’oratorio di Santa Croce e’ in prossimita’ della chiesa parrocchiale di Evigno verso monte.

Chiesa di San Martino
La chiesa di San Martino sorge a monte dell’abitato attuale di Evigno, sulla sinistra della mulattiera che conduce al monte Torre(60) nella zona adibita attualmente al poligono militare di tiro.
La sua costruzione originale risale al sec.XII/XIII; si rilevano infatti, affioranti all’intonaco sia all’esterno che all’interno, tratti di muratura in pietra lavorata appartenenti a tale periodo (molto interessante lo stipite sinistro della porta principale).
L’abitato di Evigno in antico si trovava in questa zona, un poco piu’ a monte ed a ponente della chiesa; tale localita’, chiamata con voce dialettale liggia, che significa frana – zona franosa, e’ tradizione sia stata abbandonata per instabilita’ del terreno, ed inoltre a causa di una invasione di formiche molto voraci.
A monte della chiesa vi era anche il castello dei marchesi Clavesana, signori della valle dianese, che si erano riservati il predominio sull’abitato di Evigno, Arentino e Borello fino al 1177(61).
Il castello venne in seguito distrutto dagli abitanti della valle di Diano dopo la sua acquisizione per 3.000 lire di Genova(62).
La chiesa di San Martino, posta nelle immediate vicinanze del primo nucleo abitato di Evigno, doveva svolgere un ruolo primario su quel territorio visto che sembra sia stata anche consacrata, prerogativa questa concessa solo alle chiese principali, e che risulta indicata come antica parrocchiale(63).
Non si ritiene pero’ abbia mai avuto questo titolo in quanto all’atto dell’erezione in parrocchia nel 1586 viene gia’ indicata quale titolare la chiesa di San Bernardo(64).
La chiesa, di non grandi dimensioni, ha forma rettangolare ed e’ orientata con abside a ponente e facciata a levante secondo lo schema classico dei primi fabbricati religiosi cristiani(65).
Risultano facilmente identificabili sia la primitiva fase costruttiva romanica, presente fino ad una certa altezza, che la ristrutturazione successiva. Nella prima meta’ del XVII sec., col concorso di tutta la popolazione di Evigno, la chiesa e’ stata sopraelevata ed ampliata dell’area corrispondente all’attuale presbiterio (all’esterno, lungo la parete sinistra, affiora dall’intonaco lo spigolo dell’abside della chiesa romanica), rifatto il tetto,la pavimentazione e le decorazioni interne(66).
La distanza dal nuovo abitato e le difficolta’ incontrate per il mantenimento della chiesa, hanno portato al suo successivo abbandono. Gia’ nel 1873 risulta infatti essere interdetta e non piu’ officiata in quanto mancante degli arredi necessari(67).
Nell’area prospicente la parete sinistra, e proprio in aderenza alla chiesa, affiorano dal terreno tracce di muratura in pietrame. Su questo stesso lato e’ tradizione fosse il primitivo cimitero di Evigno dove venivano tumulati anche i morti portati da Chiusavecchia e Pontedassio.
Ancora nel XVII sec. l’unico cimitero del paese e’ quello presso la chiesa di San Martino; quella di San Bernardo, anche se parrocchiale, non ne e’ dotata(68).
Successivamente, per maggior comodita’ della popolazione, si seppelli’ nella parrocchiale ed in adiacenza ad essa, per tornare, a seguito dei decreti napoleonici, ad utilizzare ancora l’antico cimitero di San Martino(69), fino alla realizzazione del nuovo cimitero, verso la meta’ del XIX sec. posto a circa 150 metri a monte della chiesa parrocchiale di San Bernardo.
L’interno della chiesa, anch’esso intonacato, e’ formato da un’unica navata coperta a tetto con orditura di legname a vista tranne che nel presbiterio che e’ coperto a volta, al centro della quale e’ raffigurato San Martino vescovo dipinto entro una cornice ovale in stucco.
In un cartiglio seicentesco sull’arco che delimitava la navata del presbiterio si legge: “NON RECUSO/LABOREM/[16]23″(70).
Il pavimento rifatto completamente nel XVII sec. e’ quasi scomparso verso l’ingresso principale dove affiora quello mediovale.
L’altare maggiore in muratura e’ stato completamente demolito, ed il quadro posto sopra di esso, raffigurante il Sacro Cuore di Maria, San Martino e Sant’Isidoro, e’ stato trasportato nella chiesa parrocchiale(71).
Dopo la realizzazione del poligono di tiro, la chiesa e’ stata divisa con un tramezzo all’altezza del presbiterio, sistemando a cappella la parte seicentesca aprendo una porta nella parete destra, mentre la rimanente parte e’ stata utilizzata dai militari ad uso deposito.
Lo stato di abbandono ed il degrado in cui versa attualmente la chiesa di San Martino, non rendono onore all’importanza che ha avuto la stessa nella storia religiosa e civile della nostra valle.
Un restauro, con la messa in luce della struttura mediovale e la successiva fase del XVII sec., ed una sua valorizzazione, sarebbero pertanto pienamente giustificati ed auspicabili.