Chiesa di Sant’Antonino

DIANO ARENTINO

di Giovanni Abbo

La chiesa di Sant’Antonino sorge isolata in aperta campagna, presso la mulattiera “strada comunale di Magherra” tra il rio Mortei ed il rio Olivetta, sul percorso che collega gli abitati di Diano Arentino ed Evigno.

Chiesa di Sant'Antonino

Chiesa di Sant’Antonino

Le origini di questa chiesa sono molto antiche; vengono fatte risalire al sec.XI(30), anche se, in considerazione della sua intitolazione, il Raimondi(31) tende ad anticipare all’epoca carolingia (VIII-IX sec.) in quanto Sant’Antonino di Pomiers, martire, era patrono dell’esercito di Carlo Magno.
Altra prova delle sue antiche origini ci è fornita dalla sua consacrazione, unitamente all’annesso cimitero ed alla chiesa e cimitero di Santa Margherita V.M., avvenuta in data 23 aprile 1469, da parte di Ms. Basilio Cassini Vescovo di Bologna, mentre era rettore il R. don Damiano Trucco(32).

Da una iscrizione all’interno della chiesa risulta invece consacrata nel 1527, ma si ritiene possa trattarsi di una riconferma a seguito di importanti lavori di ristrutturazione od ampliamento.
La consacrazione di una chiesa veniva concessa solo in considerazione della sua particolare importanza e preminenza religiosa nel territorio ove esercitava la propria influenza, e questo a volte poteva avvenire anche molti anni dopo la costruzione della chiesa stessa.
La chiesa di Sant’Antonino è inserita in un’area, dove verso tramontana trovava luogo l’antico cimitero(33), delimitata da un muro in pietra il cui accesso è chiuso da un piccolo cancello.

È tradizione che in tale cimitero venissero portati e seppelliti i defunti di Gazzelli, frazione di Chiusanico nella valle Impero.
Quando, in seguito agli editti napoleonici venne proibita la sepoltura nelle chiese, vista l’assenza di cimitero in Arentino venne riutilizzato l’antico cimitero di Sant’Antonino fino alla metà del sec. XIX.
L’esterno ha linee semplici; la facciata è ornata da una nicchia ormai vuota, posta sopra la porta, ed è sormontata da un campanile a vela mancante della campana, l’abside è semicercolare.
L’interno si presenta in una unica navata interamente disadorna ad eccezione di un dipinto nella volta sopra l’altare maggiore raffigurante Sant’Antonino in abito guerriero, che sostiene la spada e la palma del martirio, con due angioletti ai piedi.

Due lesene dividono il presbiterio dalla navata ed una cornice in stucco delimina la copertura con volta a botte.
Gli stucchi risalgono al XVII sec., e dalle scrostature della tinta affiora una sottostante decorazione policroma.
Nelle sue forme attuali l’altare maggiore, in muratura, risale a tale periodo.

Dietro l’altare maggiore, al centro della parete absidiale, è delimitato lo spazio che conteneva un quadro su tela diviso in tre scomparti da sottili cornici in legno dorato dove al centro era raffigurato Sant’Antonino con la spada e la palma del martirio, secondo la stessa iconografia del dipinto sulla volta e come è raffigurato su una pianeta conservata nella sacrestia della chiesa parrocchiale, ed ai due lati due Santi.

Tale quadro, che risulta essere stato trafugato nei primi anni dopo l’ultima guerra, viene attribuito al “Pancalino” e si ritiene quindi che possa essere stato dipinto nel XVII secolo.
Sulla parete a destra dell’altare maggiore si trova dipinta l’iscrizione già citata: D.O.M./1527/CONSECRATIO ECCLESIE/S./ANTONINI, ed un’altra affiora su quella a sinistra: D../ANTONINI 1…/REDIECAT…,purtroppo mutilata nella data che poteva indicarci l’epoca precisa della ricostruzione della chiesa.
In occasione della festa del santo titolare, il 2 settembre, nei pressi della chiesa si svolgeva, da tempo immemorabile, una fiera molto importante che richiamava la partecipazione di numerose persone dalle località vicine.
Attualmente la fiera non è più effettuata, ma in occasione della festa viene realizzata una sagra nell’abitato di Arentino.